IL COMPITO DI UNA PERSONA ELEVATA Carlo Setzu (Seconda parte)
L’illuminazione.
Si ha l’illuminazione “quando il nostro pensiero comincia a oscillare in risonanza con il pensiero trascendente e luminoso dell’anima”. Il pensiero illuminato comincia a diventare risonante alle leggi e alle idee universali, e quindi quale impulso illuminato e intuitivo dell’anima, può essere messo al servizio del gruppo e dell’umanità.
Se il pensiero intuitivo acquisito diviene automatico, si è in uno stato d’unità che apre la porta alla Coscienza monadica e alla Mente universale e infine alla Camera di Consiglio di Shamballa.
Il processo di trasformazione delle grandi idee, provenienti dalla Mente universale, e discesi sui livelli inferiori, avviene in questi termini: l’idea è presentata dalla Mente universale, l’idea è percepita dall’anima, poi l’idea è formulata dalla mente e infine l’idea prende forma.
Il ruolo soggettivo del discepolo e del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo è di sviluppare la mente illuminata come fattore di crescita della coscienza, per stabilire un allineamento fra l’anima e la personalità e/o fra la Gerarchia e l’umanità. Questo è possibile se si pratica lo studio, la meditazione e il servizio con coraggio e perseveranza, mettendo in pratica (con l’energia d'amore) quanto si è appreso mediante la coscienza di gruppo, il sacrificio (rendere sacre le cose), l’armonia, l’unità, l’uso della volontà superiore, vivendo nel mondo dei significati senza illusioni o fantasie e cooperando con la visione del Piano.
I valori positivi dell’attuale genere umano appartengono alla Nuova Era perché sono coscienza e creatività di gruppo, espressione (nell’Età dell’Acquario) del secondo e settimo raggi che porterà un cambiamento d'identità al governo dell’anima, così la coscienza individuale lascerà il posto alla coscienza di gruppo.
In quanto al linguaggio del cuore il M. Morya ci dice che “è bene che non siate soltanto voi a comprendere il vostro fratello, ma che anch’egli vi comprenda, mettendo le vostre parole alla sua portata; parlargli usando i suoi termini, la sua terminologia; solo così egli ricorderà e il vostro pensiero penetrerà nella sua coscienza e, insensibilmente, lo legherà a voi” (Cuore).
Dobbiamo mantenere il rapporto con l’anima e con il gruppo bruciando tutti gli ostacoli che lo impediscono, mantenendo aperta la porta alla luce, alla saggezza e all’amore, accanto ai nostri obblighi del mondo esterno.
L’Umanità è avvolta e impregnata da una Grande forma pensiero di egoismo e intenzioni poco raccomandabili che cresce sempre più, perché alimentata da un automatismo edonista. Dal punto di vista esoterico, questo è comprensibile se pensiamo che sia il metodo per forgiare, tramite il fuoco, l’umanità affinché la sua anima emerga.
Il nostro compito però è quello di accelerare questo processo migliorando la qualità dei nostri pensieri, spezzando la linea di minor resistenza, sciogliendo i lacci della separatività, insegnando il lavoro di gruppo, i valori spirituali più elevati d’interdipendenza, buona volontà e solidarietà piena d’amore altruistico. Ricordiamoci che è il fuoco o l’energia dell’amore che elimina il male.
Amare correttamente, mette in contatto la volontà dedicata della personalità infusa d'anima con la volontà della Triade spirituale. Questa attitudine deve essere mantenuta immutata e irremovibile, qualunque siano le circostanze e le difficoltà. La nostra volontà deve essere inclusiva e attenta alla volontà dell’anima, mediante il sacrificio: rendere sacre tutte le cose, vedendo in loro Dio immanente in un grande organismo spirituale mondiale di anime altruiste che conoscono il loro posto e che concorrono a esteriorizzare in Terra il Regno delle anime.
Tutti attendiamo la riapparizione dell’Entità cristica: Ciò non sarà possibile se prima il processo di maturazione non avrà termine. Finirà quando in un gran numero di uomini nascerà il Cristo nel cuore. Tutto questo non può che essere realizzato anche dai discepoli che hanno la responsabilità e la conoscenza per farlo, venendo in soccorso al richiamo invocativo ed emozionale dell’umanità; essi in gruppo devono porre in questo fervore, dedizione, determinazione e amore, equilibrando il servizio exoterico con quello esoterico.
In pratica su che cosa dobbiamo focalizzarci? Evidentemente sui problemi dell’umanità, sulle vicende mondiali, sui bisogni del genere umano e della nostra Terra che “preoccupano” tanto i Maestri e la Gerarchia. Perciò dobbiamo aiutare l’umanità affinché, per sua libera scelta, riconosca come ideale il tipo di sviluppo da condividere per il bene del nostro globo e di tutto ciò che contiene; non dimentichiamo però che la potenza del servizio exoterico dipende dal costante contatto col gruppo interiore e con l’ashram.
Se il discepolo in meditazione fa scomparire ogni pensiero e lo sostituisce con idee che portano energie del piano e le rende disponibili a tutti i membri del gruppo, perché costruite con il fuoco del cuore d’ogni singolo membro, queste idee non possono avere prospettive ristrette ma un’ampia vita di pensiero nella mente del gruppo.
Quando il gruppo risponde alla forza ashramica, la sua nota è obliterata e sostituita da una forza più alta che richiede di percepire man mano insiemi sempre più grandi nel Tutto. Naturalmente per questo si richiedono ulteriori adattamenti interiori, anche perché l’intenzione del gruppo viene sostituita da un’ardente Volontà o Forza di Shamballa che il gruppo impara a usare per resistere a tutti gli ostacoli e che richiede saggezza e una particolare tensione spirituale.
Quando meditiamo con la potenza del fuoco mentale, si mettono in movimento le energie e le nostre conoscenze; questo potenziale deve essere utilizzato responsabilmente, dirigendolo verso i bisogni altrui. Ogni nostra parola scritta deve essere soppesata responsabilmente, perché è come se proiettassimo un’entità viva e dinamica e che raggiunge il suo scopo sia nel bene sia nel male, quindi dobbiamo essere consci che la nostra meditazione di gruppo crea un’energia che cresce in modo esponenziale con una potenza incalcolabile; perciò è necessario usare la saggezza per la salvaguardia nostra e degli altri.
La lotta esiste perché il “desiderio/volontà soggiace all’attività manifestate dal Logos, alla vita planetaria, all’uomo e a tutte le forme della materia. Possiamo dire che la battaglia dipende da ciò che è nascosto nell’oscurità e che si sforza di emergere nella luce: desiderio/aspirazione/volontà.
In meditazione è ovvio che non si chiede la propria illuminazione, ma bensì l’illuminazione di coloro che devono prendere delle decisioni per conto degli uomini di tutto il mondo, di chi deve guidare il destino delle razze, delle nazioni e dei gruppi mondiali, perché è sulle loro spalle che grava la responsabilità di essere saggi nella comprensione, nella cooperazione internazionale e nelle giuste relazioni. Tutto ciò dovrebbe essere fatto con un movente altruistico in seguito alla richiesta sia individuale sia di gruppo…continua.
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