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LA LEGGE DI CAUSA ED EFFETTO
LEGGE DEL KARMA
Prima parte

Carlo Setzu

 Ogni pensiero, emozione o azione dell’uomo genera immancabili effetti:

•   Le aspirazioni e i desideri diventano capacità.

•    I pensieri ripetuti diventano tendenze.

•    LA Volontà d’azione diventa azione.

•    L’esperienza diventa saggezza.

•    L’esperienze dolorose diventano coscienza.

La reincarnazione  ridimensiona tutti i problemi dell’uomo, dandogli una nuova prospettiva del mondo e dello scopo della vita. È un fatto di natura che non può essere distrutto. È una verità. È incontrastata sia nella sottile metafisica dei Bramani, che nella nobile morale che si ritrova all’ombra del Buddha e della Sua Legge.

In Europa conoscevano e insegnavano questa legge Erigene, Bonaventura, Paracelso, Boheme, Swedembor, Bruno, Campanella, Schopenhauer, Kant, Schelling, Lessing, Hegel, Leibniz, Fiche (il giovane), Helmont (figlio), i Platonici di Cambridge, Hume, ccc. La Reincarnazione e il karma  sono le due dottrine di cui ha maggiormente bisogno l’Occidente.

Chi veramente s’incarna è l’Anima  in un veicolo che si chiama personalità  composta dal corpo fisico eterico emotivo   o astrale e mentale  concreto. Questo implica l’esistenza di qualcosa di relativamente permanente, che entra e dimora in successivi veicoli  relativamente impermanenti.

La forma fisica di materia visibile è abitata o adombrata da un principio  più etereo, che sopravvive al suo involucro fisico e che, alla morte di quest’ultimo, passa immediatamente (o dopo un intervallo) ad abitare in qualche altra forma, perciò, le successive vite fisiche sono concatenate assieme “come perle infilate in un filo”

Chi si reincarna, dunque, è l’Anima. Chi è quest’anima? L’Anima è il Mediatore o principio mediano; non è ne Spirito ne materia, bensì la relazione fra i due: Essa adombra la personalità ed è connessa con l’uomo per messo di un filo di energia, chiamato il “sutratma ", per tutta la durata della vita terrena. L’Anima è la forza stessa dell’evoluzione. È bene sapere che ha molti sinonimi: Anima, Figlio (il Cristo), Ego, Sé Superiore, Coscienza, Forza, Angelo della Presenza.

Com’è potuto avvenire tutto ciò? Ad un certo stadio dell’evoluzione, entrarono e s’incarnarono nell’uomo-animale certi Esseri coscienti ed intelligenti, che avevano dietro di se un lungo passato d’evoluzione intellettuale e che trovarono nell’animale-uomo lo strumento pronto ed adatto per la loro successiva evoluzione. (Da non confondere con ciò che oggi si intende per extraterrestri).

La venuta di questi Esseri, chiamati “i Figli della mente”, non sono altro che le anime umane o razionali, perciò possiamo chiamare l’anima come il Pensatore. Ogni volta che noi diciamo uomo, intendiamo Pensatore. I Pensatori vennero sulla Terra, s’incarnarono nel veicolo fisico costruito per riceverli, e così l’uomo-animale diventò l’essere pensante per virtù della mente che entrò in lui e in lui dimorò. Questo affinché l’uomo potesse mangiare il frutto dell’albero della conoscenza, la sua intelligenza diventare spirituale, la sua conoscenza saggezza  e farne un perfetto strumento per la manifestazione della Vita più elevata e finalmente riunire gli aspetti separati dell’UNO, portare lo Spirito  alla coscienza del   su tutti i piani e la materia ad essere la Sua perfetta manifestazione. Tale è il sublime compito dell’uomo, per l’esecuzione del quale la Reincarnazione dev’essere il suo strumento.

Noi, quando abbiamo l’abitudine di identificarci col pensiero e con l’anima che lo dirige e non con il corpo che la ospita, saremmo  subito più nobili e più sereni. Ricordiamoci che tutto ciò che ci accade, potrebbe essere, per il Vero uomo dentro di noi, di progresso ma anche di ritardo.

Alla luce della Reincarnazione la vita cambia aspetto, perché diventa la scuola dell’uomo Eterno che è in noi e che cerca il suo sviluppo, mediante i poteri della memoria, dell’intuizione  e della volontà . Egli raccoglie tutte le esperienze delle vite terrene che percorre e conserva questi tesori di conoscenza accumulata per essere trasmutate nel suo interno, per meno della sua divina alchimia, in quell’essenza d’esperienza e scienza che è la SAPIENZA.

La sapienza è il frutto di molte incarnazioni, nelle quali le cognizioni sono state acquisite, le esperienze accumulate, la pazienza esercitata perfettamente, cosicché, alla fine, l’Uomo divino è il glorioso prodotto di un’evoluzione secolare.

Nel Pensatore dunque, si racchiude la nostra scorta d’esperienze raccolte in tutte le vite passate, mietute nelle molte rinascite, patrimonio che ciascuno sicuramente erediterà, quando impara ad innalzarsi al di là dalla schiavitù dei sensi, dalla tempesta e dal peso della vita terrena, in quella pura regione, il  piano più alto, dove risiede il nostro vero Sé Superiore.

Il cervello non produce il pensiero; così come l’organo non produce l’armonia. In entrambi i casi c’è il Suonatore, che agisce per mezzo dello strumento: ma il potere del Suonatore di manifestarsi, sia nel pensiero come nella melodia, è limitato dalla capacità dello strumento.

E’ assolutamente necessario che lo studioso distingua fra il Pensatore e l’uomo-animale, il cui cervello è fatto funzionare dal Pensatore, poiché qualunque confusione fra i due renderebbe incomprensibile la dottrina della Reincarnazione: mentre il Pensatore si reincarna, l’uomo-animale non può farlo.

L’uomo-animale nasce e il vero Uomo è unito con lui. Attraverso il cervello dell’uomo - animale agisce, un’incarnazione dopo l’altra, ma rimane sempre lo stesso. In ogni incarnazione il vero Uomo raccoglie esperienze; per mezzo di ognuna accumula dati, da ciascuna prende il materiale e “tesse il suo Essere immortale”. È sempre il medesimo eterno “Figlio della Mente” che abita in seguito ciascun corpo fisico, raccogliendo, durante ogni permanenza in ciascuna, nuova esperienza e notizie. È soltanto l’Ego o Anima che si reincarna e che può gettare uno sguardo retrospettivo sulle serie delle sue rinascite, ricordando ogni vita terrena e la storia del pellegrino dalla culla alla tomba, l’intero dramma che si è svolto atto per atto, secondo dopo secondo.

Una domanda sorge spontanea: perché non mi ricordo delle mie vite passate? L’anima se ne ricorda effettivamente, ma l’uomo-animale non può ricordare un passato nel quale personalmente non prese parte; la memoria cerebrale può contenere solo un ricordo degli eventi nei quali fu cointeressato il cervello.

Man mano che l’uomo evolve comincia a corrispondere alle influenze dei piani più elevati, l’Anima, il vero Io, diventa sempre più capace d’influenzare la personalità, così baleneranno nella coscienza inferiore barlumi delle incarnazioni passate, che diventeranno poi sempre più simili a visioni permanenti, finché, alla fine, il passato è riconosciuto come “mio” dal filo continuo della memoria e che dà il sentimento dell’individualità. Allora, l’incarnazione presente è semplicemente riconosciuta come l’ultimo indumento del quale l’Anima si è rivestita, e non è più identificato con la personalità, così come un uomo non s’identifica con il suo vestito. Egli, quindi, non si reincarnerà più e i suoi elementi si disintegreranno e ritorneranno con quelli a cui appartengono, nei mondi inferiori, (questo avviene ad un livello molto alto di una certa iniziazione )

Il Sé è uno stato di coscienza che pur essendo individuale trascende i limiti della triplice personalità composta dal corpo fisico-eterico, emotivo e  mentale concreto.

Il Regno umano (il quarto dopo il minerale, vegetale e animale) quando emerge avviene la formazione di un’entità individualizzata e autocosciente, la Divinità ha trovato uno strumento d’espressione cosciente, la forma adatta con la quale unirsi per potersi rivelare, mediante le sue energie, le facoltà e le potenzialità per realizzare il Suo Proposito.

Il Sé prende possesso di una forma umana, quando comincia a rivestirsi di un sottilissimo involucro di materia mentale superiore, chiamato corpo Causale , poi emana altri involucri uno per ogni piano della manifestazione: mentale concreto, emotivo, la controparte eterica e infine la parte fisica (vedasi schema numero 1). Dopo la morte, l’unico che rimane di tutti i corpi, è quello Causale che costituisce la vera individualità, mentre gli altri tre corpi della personalità si dissolvono. Ciò che rimane della personalità sono le conseguenze dei nostri atti che producono lentamente sviluppi e maturazioni, che si trasformano in conoscenza, esperienza, saggezza, facoltà e consapevolezza, che sono “registrati” e conservati nel Corpo Causale, che diviene sempre più luminoso, più ampio, più potente e fornisce, al Sé superiore, la capacità di esprimersi e rivelarsi.

************  continua nella seconda parte ****************

 

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