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LA LEGGE DI CAUSA ED EFFETTO
LEGGE DEL KARMA
Terza parte

Carlo Setzu

 

(Per maggiore chiarezza consultare gli schemi n. 1 e 2) 

Il   Signore della Morte. Il fenomeno della vecchiaia nel corpo fisico — e in quello di tutti gli esseri nella vita della natura — si produce in seguito all’usura degli organi vitali, a misura in cui le energie eteriche, che fino a quel momento l’hanno integrato, perdono fluidità e non giungono con il loro adeguato ritmo vibratorio al centro del cuore. Inizia quindi una lenta cristallizzazione delle funzioni organiche, con i suoi fenomeni riconosciuti di debilitamento, passività, staticità e decrepitezza che — come esotericamente si dice — prepara il cammino del ritorno, la via naturale d’accesso all’universo soggettivo da parte dell’anima  e la distruzione del corpo fisico da parte del Signore della Morte.

Il   passaggio “ di là del velo” (il trapasso) o la liberazione avviene in quattro fasi:

1. La rottura del cordone argentato (Il Signore della Morte).

2.  La ricapitolazione d’avvenimenti (Il Signore dei Registri).

3.  L’Esame di Coscienza (Il Signore della Giustizia).

4.  L’entrata nel Devachan (Il Signore della Liberazione).

Ciascuna di queste fasi rappresenta un aspetto particolare nella vita dell’anima la quale, nel momento stesso in cui uno di quegli Angeli del Silenzio rompe il cordone argentato che la univa al corpo, penetra nel quarto sottopiano  eterico e inizia un processo, incredibilmente rapido, di memoria e ricapitolazione di tutti i fatti realizzati nell’esistenza fisica.

Questo costituisce un fenomeno unico e trascendentale di coscienza, provocato dall’Io superiore o Angelo solare  dal piano causale (terzo sottopiano del piano mentale astratto). Una volta che questa ricapitolazione è stata pienamente realizzata, l’anima cessa di vedere il suo veicolo di materia e si rifugia nel secondo livello del piano astrale (il sesto, partendo dall’alto), in cui trascorrerà un certo periodo di tempo dedicandosi a quello che esotericamente si chiama esame di coscienza.

Questo periodo, considerato secondo il nostro concetto tridimensionale del tempo, può essere breve o lungo, da giorni a mesi e può arrivare anche a molti secoli. Il periodo di permanenza in questo piano dipende in ogni caso dall’evoluzione spirituale raggiunta dall’anima.

In questo livello avviene anche una seconda ricapitolazione, interamente astrale, e consiste nel ricapitolare o memorizzare tutti gli avvenimenti astrali vissuti dall’anima attraverso i desideri, emozioni e sentimenti durante il processo d’incarnazione fisica. Una volta effettuata questa seconda ricapitolazione ed il necessario esame di coscienza, l’anima penetra nel piano mentale e compie nel sottopiano corrispondente la terza ed ultima ricapitolazione, molto più breve di quelle anteriori e penetra così nel devachan . 

Il kamaloka  e il devachan.

Con questi due nomi l’investigatore esoterico cerca di rappresentare due stati particolari di coscienza, che l’anima deve affrontare dopo essersi liberata dalle limitazioni del corpo fisico.

Il Kamaloka — tecnicamente parlando — è il piano astrale. Ci riferiamo anche a quello specifico sottopiano all’interno di questo, le cui vibrazioni sono maggiormente in sintonia con l’evoluzione dell’anima.

Vi è un processo di ricapitolazione di fatti astrali che si realizza correntemente nel secondo sottopiano del piano astrale. Tuttavia, le anime più evolute realizzano questo processo obbligato di ricapitolazione nei sottopiani superiori del Kamaloka, dove il periodo di permanenza è molto più breve.

Il periodo varierà sensibilmente in base alla qualità delle energie spirituali accumulate dall’anima nel suo corpo causale. Vi è così, indipendentemente dall’evoluzione spirituale delle anime, un processo di vita astrale che è dedicato a sublimare stati psicologici, utilizzando la tecnica dell’esame di coscienza e le capacità che possiedono le anime di utilizzare creativamente  le esperienze del tempo per scopi redentivi.

In ogni caso, un’irresistibile tendenza muove le anime verso l’ascensione ai livelli superiori del piano astrale. In questo modo si realizza una specie di filtro o sublimazione delle tendenze grossolane contenute nel corpo astrale nel passare da un sottopiano all’altro. Conseguentemente l’anima si sente sempre più qualificata e libera di adattarsi a più nobili stati di coscienza e ad una maggiore sottigliezza delle qualità accumulate nel suo io interiore, come frutti d’esperienze spirituali.

I Deva , che abitano sui sottopiani del piano astrale, offrono piacevolmente la loro fraterna collaborazione alle intenzioni dell’anima di purificarsi astralmente in vista della redenzione o sublimazione della materia astrale depositata nel suo corpo psichico, influenzandone la maggiore o minore sensibilità spirituale.

La vita dell’anima, quando ha dimostrato una manifesta incapacità di ascendere ad altri piani superiori del piano astrale, ossia è rimasta normale e stazionaria, riceve un impatto di luce causale che la spinge verso il piano mentale restando situata nel sottopiano di questo piano in perfetta sintonia con il sottopiano che occupava nel piano astrale.

In seguito al fatto che gli stati di coscienza sperimentati dall’anima nel piano mentale, dopo il processo della morte, sono interdipendenti con quelli vissuti astralmente, vi è una relazione molto stretta fra il Kamaloka, esotericamente descritto come luogo di desiderio, e il Devachan che esotericamente significa coscienza devica o di beatitudine.

Possiamo così affermare che ogni anima possiede il suo kamaloka ed il suo particolare devachan, configurati in tutti gli stati di coscienza nel divenire dell’esistenza karmica, che costituiscono le basi universali sulle quali gli esseri umani alzano la nobile struttura della loro impalcatura spirituale.

            Le cinque crisi dell’aspirante intelligente che risponde alla civiltà  e all’educazione attuale e ne trae profitto, avviene in quest’ordine:

1.   L’appropriazione dell’involucro fisico. Ciò avviene fra il quarto ed il settimo anno, quando l’anima, soltanto adombrante fino a questo momento,   s’impossessa del veicolo fisico.

2.   Una crisi durante l’adolescenza, quando l’anima s’impossessa del veicolo astrale. Non è riconosciuta dal pubblico in genere e viene solo confusamente percepita dallo psicologo per le palesi anormalità temporanee. Se ne contata l’effetto senza conoscerne la causa.

3.   Un’altra crisi del genere avviene fra il ventunesimo e il venticinquesimo anno, quando avviene l’appropriazione del veicolo mentale. L’uomo dovrebbe incominciare allora a rispondere alle influenze egoiche, che accade sovente se è progredito.

4.   Una crisi fra il trentacinquesimo e il quarantaduesimo anno in cui si stabilisce il contatto cosciente con l’anima. Allora la triplice personalità comincia a rispondere come unità all’impulso dell’anima.

5.   Negli anni successivi si dovrebbe verificare un rapporto sempre più stretto fra l’anima e i suoi veicoli, sfociante in un’altra crisi fra in cinquantesimo e il sessantesimo anno di età. Da quest’ultima dipende la futura utilità della persona, ossia se l’Ego continuerà ad usare i veicoli fino in tarda età o se invece andrà gradatamente ritirandosi.


 

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