Sei in: news
[356][357][358][359][360][361][362][363][364][365][366]

 

93° CONGRESSO NAZIONALE
DELLA
SOCIETÁ TEOSOFICA ITALIANA 

(Carlo Setzu)

 

Nota: “Tradizione e rinnovamento nel lavoro della S.T.I.

            Il Teosofo si ritiene pronto a cosa? A riconoscere con sollecitudine ciò ch’è nuovo, per assimilarlo subito, e per muovere il primo passo verso una  coscienza  umana d’avanguardia, per rivelare, con fermezza e costanza, i nuovi concetti. Questi hanno un potere espulsivo dinamico e soddisfano le esigenze umane immediate. Egli dev’essere pronto all’abbandono immediato di ciò ch’é futile, non necessario, inadeguato ai tempi; è pronto a ricevere il potere dall’alto, che infrange e distrugge quanto si è cristallizzato, è servito allo scopo ed è ormai vecchio, inutile; è pronto ad agire in modo pratico (e non solo come idealista mistico) sia a livello della visione  che nelle attività pratiche.

            Dobbiamo comprendere che vi sono molti gruppi teosofici che si preparano da anni, per rendersi idonei al lavoro. Lentamente e per gradi i nuovi concetti e le nuove tecniche di civilizzazione e di azione comune – consoni ai nuovi tempi – emergono nella coscienza dei teosofi.

             Su questo Sentiero  non serve chi è dolce, mite, gentile e tenero, perché tante ottime persone sono spesso pigre, fiacche e deboli. Servono anime  forti che, rispondendo al grido dell’umanità e reagendo con amore , sono anche capaci di pensare con vigore, sono decise nel progettare, conseguenti nell’attività e non si perdono in belle visioni. Il mistico  visionario percepisce l’ideale ma (non usando la mente) non trova il compromesso tra le idee da concretizzare  in un lontano futuro e il periodo attuale di gravi necessità.

            In questi ultimi tempi di sforzo e di tensione non è il caso di abbandonarsi al senso di futilità o tener conto di piccolezze. Noi dobbiamo seminare. Questa fase è importantissima perché, dalla robustezza del seme e della sua capacità di affondare radici forti e profonde e di salire per gradi e con persistenza verso la luce, dipende il contributo al nuovo ordine. Questi sono gli spasimi della nascita della nuova cultura e della nuova civiltà. Quel ch’è vecchio e indesiderabile deve cadere, e primi fra tutti l’odio e l’atteggiamento separativo.

            Bisogna cambiare i vecchi sistemi e adattare i vecchi metodi alle nuove circostanze  e al progresso dell’evoluzione, assoggettarsi a esperimenti di applicazione delle regole antiche in modo moderno. L’esperimento di nuovi metodi e la verifica della nuova tecnica di lavoro di gruppo devono svolgersi poi sotto la pressione e nelle tensioni della civiltà occidentale. Ciò impone uno sforzo maggiore, ma ove sia possibile la continuità e quindi il successo, il materiale si tempra a un potere maggiore. Si richiede quindi pace nel trambusto; potenza nella fatica; persistenza nonostante la cattiva salute; comprensione nonostante il frastuono della vita. Perciò il progresso è ottenuto nonostante e non per le condizioni esistenti. Non v’è ritiro dal mondo. Non vi è stato di pace fisica e di quiete in cui invocare l’anima, e il lavoro – potente nei risultati – non può essere svolto nella calma silenziosa e distesa di ciò che gli Indù chiamano samadhi – quel completo distacco da richiami del corpo e delle emozioni. L’opera deve proseguire nel frastuono. Il punto di pace  deve essere scoperto nel bel mezzo del tumulto, la saggezza  conseguita nel trambusto intellettuale, e la cooperazione  con i Maestri  interiori deve procedere nelle agitazioni devastatrici della vita moderna.

            Il nuovo sistema, reso necessario dal progresso dell’umanità, deve essere affiancato da retti rapporti interiori coscientemente stabiliti e mantenuti, riconosciuti dalla mente  e dal cervello  del teosofo. Ciò implica l’effettiva conoscenza dei rapporti dei teosofi nel gruppo interiore, la penetrazione spirituale nella vita interiore dei fratelli e la conseguante fusione nel cuore-mente-cervello simultaneamente di tutto ciò che è conosciuto, sia sul piano esteriore che sul piano interiore. Questo è nuovo ed è una delle ragioni più valide di questi gruppi , per quanto concerne i loro singoli membri. Il processo di svolgerà in modo graduale e felice per la pratica quotidiana delle meditazioni  e dei loro pensiero seme . È basilare il contatto con l’anima tramite l’allineamento  e la meditazione corretta e il rapporto o contatto con i fratelli di gruppo. Essi sono la base dell’opera costruttiva comune.

            Il teosofo deve continuare la via ascendente con cuore  distaccato e libero, e tuttavia con la giusta azione, il giusto pensiero e il giusto desiderio, verso tutti coloro con cui deve vivere. Perciò, deve  rimanere libero anche se circondato e operare nel mondo soggettivo mentre si dà a tutti quel che è dovuto.

            L’idea di gruppo  deve essere sempre presente quando si lavora; non si deve operare in quanto individui, ma come unità di un tutto coerente. Questo distinguerà i metodi nuovi da quelli del passato, perché il lavoro deve essere lavoro di gruppo e, di norma, per un gruppo. I nuovi educatori, che servono nel campo della cultura, dovrebbero insegnare come costruire l’antahkarana  e come usare la mente nella meditazione. Essi agiranno per comunicare e trasmettere due aspetti dell’energia divina: conoscenza  e saggezza, e hanno il compito di collegare i tre fuochi della mente  - la mente superiore, l’anima e la mente inferiore – per stabilire un antahkarana di gruppo fra il regno delle anime e il mondo degli uomini.

            Procuriamo di accrescere l’amore per tutti gli esseri, arringando all’amore di gruppo, che sovrasta gli avvenimenti del mondo. Fratelli, quando capirà il mondo che l’Amore del Logos   - in quanto agisce sul regno umano  – si focalizza tramite il gruppo soggettivo interiore? Quell’amore sta ora per ancorarsi fisicamente mediante i gruppi nuovi che si stanno formando ovunque. Questi sono, o dovrebbero essere centri di amore divino, magnetici, costruttivi e puri.

            Il nuovo modo di percorrere il Sentiero è soprattutto un esperimento di lavoro di gruppo, e che il suo obiettivo principale non è la perfezione del singolo. Si vuole che gli individui siano supplementari l’uno dell’altro, che reciprocamente si completino, e con l’aggregato delle loro qualità formino un giorno un gruppo capace di utile espressione spirituale, attraverso cui l’energia superiore fluisca in aiuto all’umanità . Il lavoro da compiere è mentale. Le sfere di servizio dei teosofi individuali restano le  stesse,  ma ai loro differenti campi di servizio saranno aggiunte attività e vita di gruppo che diverranno più chiare con l’andare del tempo. Il primo obiettivo è dunque saldare e unificare il gruppo, si che ciascuno in esso sia in stretto rapporto mentale e in cooperazione spirituale  con gli altri. Questo dipenderà dall’atteggiamento scevro di critica e dallo spirito d’amore di ciascun membro.

            Questo nuovo modo di porsi concerne appunto i rapporti mentali e il contatto con l’anima, poiché ivi si pone l’accento e l’attenzione. Le reazioni astrali-fisiche del cervello sono da considerare come inesistenti  e illusorie, e da lasciar cadere sotto la soglia della coscienza di gruppo e morirvi per mancanza di attenzione. Questo lavoro di gruppo è una nuova avventura, e se qualcosa di chiaramente nuovo non emergerà quale risultato, tempo e sforzo non saranno giustificati. Quel che conta per la Gerarchia  nell’attività degli Ashram  è lo stabilirsi soggettivo di collaborazione e rapporti di gruppo talmente potenti  che ne nasca l’embrione dell’unità del mondo. È questo funzionamento di gruppi capaci di lavorare come unità, con un unico ideale, le personalità  assorbite dallo slancio in avanti, con un ritmo unico e dove l’unità è così saldamente stabilita, che nulla può generarvi le caratteristiche esclusivamente umane di separazione, o di isolamento personale e di ricerca egoistica. Tale atteggiamento in un gruppo, mantenuto con ritmo inalterato ed espresso in modo spontaneo e naturale, è un atteggiamento nuovo. Così sarà composta in Terra una rete di energie  spirituali che contribuiranno a rigenerare il mondo.

            La nota fondamentale per la Loggia non è il conseguimento o il grado, ma gli stabiliti rapporti, l’unità di pensiero, nonostante le diversità dei metodi, delle azioni e dei compiti, l’amicizia nel senso più puro. La Fratellanza  è una comunità di anime sospinte dal desiderio di servire , dall’amore spontaneo, illuminate di pura Luce , devotamente fuse e amalgamate in gruppi di Menti che servono, pervase da una sola Vita. I suoi membri sono organizzati per eseguire il Piano  che coscientemente percepiscono e a cui deliberatamente collaborano.

            La Legge del Servizio sarà dominante in futuro e la nuova tecnica la incarna. In epoche passate, era il servizio dell’anima (per la propria salvezza individuale) ad assorbire l’attenzione dell’aspirante, che non considerava altro. Venne quindi il periodo in cui prevalse il servizio del Maestro e dell’anima; ma si serviva il Maestro e si assolvevano gli impegni nei suoi confronti perché ciò favoriva la salvezza dell’individuo. Ora risuona una nuova nota: la crescita mediate il servizio all’umanità e il totale oblio di sé.

            Quando il cuore è pieno d’amore e la testa di saggezza nulla può essere compiuto che rechi danno ad altri. La comprensione amorevole  è la vera saggezza. L’uomo coraggioso, saggio e amorevole può fare qualsiasi cosa e gli effetti saranno innocui e benefici.

 

[356][357][358][359][360][361][362][363][364][365][366]

Condividi/Salva/Aggiungi a preferiti