L'INSEGNAMENTO (l'etica dell'insegnante)
- Carlo Setzu -
Gli insegnamenti dei Saggi, anche se si presentano apparentemente distinti, provengono da una sola Fonte di luce.
Per poter pensare ci vuole il sapere e per rafforzare la coscienza è necessaria la conoscenza .
“L’insegnamento non si vende; questa è una legge antichissima. Esso mira alla perfezione, altrimenti non avrebbe futuro. Non cura l’agio personale, altrimenti sarebbe egoismo. Intende abbellire la vita, altrimenti sarebbe nella bruttezza. L’insegnamento è sempre abnegazione, poiché sa cos’è il bene comune. Esso venera la sapienza, altrimenti sarebbe tenebra. Non si manifesta con cerimonie stravaganti, ma si regge sull’esperienza”. (Agni Yoga, 404)
Esso dev’essere dispensato, quando giunge il momento, con pensiero incessante ed esatto, secondo le capacità di chi ascolta e senza intimorirlo, ricordando che ciò che si deve temere non è l’avversione ma il plauso.
Il discepolo , anche quando agisce quale agente dello Spirito , non si astrae dalla vita terrena, non tradisce mai ciò che ha cominciato e non inizia nulla per profitto personale.
Noi dobbiamo discernere la linea sottile che passa tra il nostro tornaconto, la soddisfazione di sé e la cura del bene generale per l’evoluzione del mondo.
L’insegnamento ci incita a tollerare anche i giudizi contrastanti basandoci sul nostro movente interiore, perché sappiamo che in esso non esistono contraddizioni.
Lo Spirito si nutre di pensiero, perciò non lasciamo passare un solo giorno senza lo studio, sapendo però che solo se applicato alla vita pratica, esso è valido.
Chi insegna e chi riceve l’insegnamento perde l’indolenza, raffina la coscienza, si riempie di gioia e raggiunge il successo anche se non lavora espressamente per questo, perché il movente è l’amore verso il prossimo e verso l’umanità Una.
Le ripetizioni prive di spirito e senz’anima , sono da bandire e da sostituire col ritmo vivente che manifesta il principio vitale, animando la coscienza e correlandola di energie sottili.
Un grande nemico della Sapienza è la sfiducia, perché abbassa i conseguimenti più essenziali e intimi. Ciò dipende dal poco rispetto di se stessi, dalla mancanza di immaginazione che oscura la luce e la coscienza, bloccando ogni possibilità di conoscenza. Il coraggio è l’emblema del discepolo.
Gli insegnamenti antecedenti, apparentemente assumono un’immagine falsata, però è la stessa Sophia del mondo ellenico, di Sarasvati degli Indù, dello Spirito Santo dei cristiani, del creativo Adonai di Israele, di Mitra saturo di Potere solare e di Zoroastro o Fuoco dello spazio.
L’insegnamento, elargito senza nessuna imposizione, deve dare la direzione, illuminare il sentiero , elevare la coscienza e dare la tecnica d’applicazione del servizio altruistico.
Le “anime antiche” (dalle tante reincarnazioni ) hanno la facoltà di capire velocemente, ma non bisogna caricarle di pesi eccessivi, e neanche trascurare le opportunità, sapendo che è sempre il Maestro che dirige, anche se l’allievo non lo avverte, esortandolo alla tolleranza, a ricusare le dispute senza ostilità per preservare l’energia e la forza.
La “ricompensa” per l’insegnamento ricevuto e dato, è il conseguimento della perfezione di se stesso, ottenuto con la “conoscenza diretta”, realizzata e applicata alla vita pratica di tutti i giorni. Ciò conferisce la qualità della gioia che travolge ogni ostacolo, annienta la paura e rischiara l’avvenire.
Quando si insegna non è necessario aspettarsi dei risultati perché, essendo un seme impiantato nella coscienza, a tempo debito darà necessariamente i suoi frutti. C’è sempre un suolo adatto per ogni seme!
L’insegnamento si ascolta, si ricorda, si consegue e si applica. Deve procedere però per strati successivi ed essere curato come un giardino, fino a quando la “conoscenza diretta” levigherà la coscienza come un cristallo mediante la qualità degli atti.
Esso richiede anche e soprattutto il dono della parola per ridestare l’impegno; essendo un pensiero creativo e sensibile, rigenera il mondo, sospinge l’evoluzione e incita lo Spirito alla conquista.
L’insegnamento va elargito solo a coloro che lo assorbono come una spugna e sono pronti ad usarlo per il bene degli altri. Non bisogna mai imporlo col comando ma lasciare sempre all’allievo il suo libero arbitrio.
Il discernimento è d’obbligo, perché persino un suggerimento male interpretato potrebbe essere deleterio; quindi cerchiamo di dispensare la Sapienza Antica per gradi se vogliamo che venga apprezzata in tutto il suo valore; non bisogna renderla troppo accessibile per non essere svalutata, lasciando la possibilità della ricerca all’allievo; soprattutto chiarire l’importanza dell’applicazione pratica in ogni circostanza della vita che ci rende più esperti e più potenti di prima, infondendoci nuova vita.
L’insegnamento basato sull’esperienza, rende gioiosa la sua applicazione rinnovatrice, purché il lavoro sia svolto con umiltà semplificando la vita, anche per salvaguardare le risorse naturali, ridimensionando la sovrapproduzione di oggetti che impoveriscono la natura. Sono gli umili che sopportano meglio la luce della conoscenza contrariamente a coloro che si credono “grandi”.
L’insegnamento ricevuto dal Maestro scaturisce dall’esperienza e dalla meditazione sul futuro che modella la realtà dell’avvenire. Cerchiamo di obbedirgli eliminando ogni fantasia infondata e applicando quella parte del Piano che ci compete, comprendendone l’evidenza nella fase di realizzazione.
Il discepolo insegnante deve aiutare chi bussa scegliendo la qualità e non la quantità, non deve fare proseliti, perché i predestinati quando sono pronti arrivano; deve spiegare lo scopo della vita terrena, svelare i significati nascosti dei simboli, affermare l’esistenza della Gerarchia spirituale del pianeta; tutto questo al fine di trasformare la vita di chi accetta, generando opportunità per il raggiungimento della meta.
Nell’avvenente Nuova Era si devono trasmettere le seguenti verità: Shamballa , il Nuovo discepolato , i sette Raggi , il N G S M (Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo) e la sua opera (l’avamposto exoterico degli Ashram interiori) e la nuova Religione Mondiale.
L’unione col Maestro comporta la Sua guida diretta quando il discepolo influenza con la sua attività i propri simili con la polarizzazione mentale, sviluppo del cuore e senso dei valori. I Maestri sono illuminati dall’amore e dalla compassione profonda e inclusiva e dalla Loro conoscenza del Piano divino.
Il discepolo, dal cuore sviluppato che segue la via del servizio gerarchico, usa le qualità magnetiche del cuore per esprimere e realizzare i suggerimenti del Maestro, che ci esortano a riunire le persone e servirle cercandone le qualità e stimolando il risveglio delle anime all’azione impersonale; accoglie uomini progrediti per riorientarli e condurli alla soglia del discepolato, per poi distinguersi per sapienza, visione e potere mentale.
I principi devono essere insegnati con flessibilità di linguaggio, interpretati col cuore ed elargiti con continuità giornaliera.
La conoscenza, che comporta una grande responsabilità, dev’essere applicata e modellata alla vita di ogni giorno. L’istruttore deve formare una forma pensiero che incorpori i dovuti insegnamenti e diffonderli con costanza e continuità.
Per percepire i "suggerimenti" del Maestro, bisogna che l’udito interiore sia sviluppato e soprattutto serve possedere la vera umiltà di cuore nell’accettare i Suoi consigli con libera volontà, senza ricercare risultati e fenomeni e con profonda gratitudine.
L’insegnamento dev’essere impartito nei riguardi del lavoro specifico di gruppo e praticato consapevolmente nel servizio all’umanità. Esso deve illuminare la via e creare l’unione delle coscienze affinché sviluppino un’azione poderosa.
Questa unione comporta l’obbedienza occulta e consiste nell’adesione consapevole e totale alla Gerarchia Spirituale, sapendo che ogni cosa è parte di un insieme maggiore e che quindi deve subordinarsi all’interesse della comunità.
Poiché il discepolo, stabile e polarizzato mentalmente, insegna dal livello mentale, sarebbe opportuno che tutti i fratelli unissero in armonia i loro pensieri, al fine che la potenza generata affermi le manifestazioni dello Spirito. Non dimentichiamo che qualsiasi argomento ha importanza spirituale; ciò che conta è il giusto movente, l’amore e la fiducia stabiliti nel gruppo che possono essere trasmessi coi pensieri telepatici.
Ogni insegnamento procede dall’universale al particolare. Quindi bisogna:
- operare sulle cause; - prendere la posizione dell’osservatore distaccato; - riconoscersi come entità spirituale; - prendere coscienza della propria posizione in seno alla Gerarchia; - sapere che i vari livelli sono fasi dell’espansione di coscienza e gravi di responsabilità comprovate dal servizio impersonale e dalla visione illuminata.
Insegnare che:
- l'anima è il primo Maestro; - il Maestro è secondo il raggio ed il karma ; - l'interprete terreno è un discepolo più anziano che lo guida e gli suggerisce i passi da compiere; - qualsiasi lavoro spirituale deve essere fatto dall'aspi- rante stesso, spontaneamente e con fervore volon- tario, senza nessun interesse egoistico e senza con- flitto fra il cuore e la ragione. |