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91° CONGRESSO NAZIONALE DELLA

SOCIETA’ TEOSOFICA ITALIANA 

IL SERVIZIO COME STRUMENTO DELL’UNITA’ DELLA VITA 

- CARLO SETZU -

NOTA: (PER UNA MIGLIORE COMPRENSIONE DELLE PAROLE ESOTERICHE CONSULTARE IL GLOSSARIO ) 

L’opera dell’aspirante consiste nell’utilizzare le proprie risorse al servizio della  razza umana, dimostrando in tal modo di aver qualcosa da dare. Deve mostrare che il suo unico desiderio è quello di beneficiare e servire, anziché prendere e trattenere per se stesso.

       La vita spesa per acquisire, allo scopo di offrire, deve avere per incentivo gli ideali realizzati in meditazione e per ispirazione, ciò che fluisce dai livelli Superiori, come risultato della meditazione.

       Il servizio è di tante specie, chi serve saggiamente, chi cerca di trovare la sfera che più gli si addice, e , trovatala, fatica lietamente per il bene del tutto, è un uomo che si sviluppa individualmente in modo costante. In ogni caso però la mira del progresso personale è di secondaria importanza.

       Nel servizio, prima e sopra ogni cosa, deve esserci la facoltà di discriminare. Chi crede di poter fare ogni cosa; chi non indietreggia qualunque cosa accada; chi corre dove altri più saggi procedono con cautela; chi pensa di avere le capacità richieste per fare ciò; chi ha tanto zelo e usa poco il cervello per pensare al problema del servizio e chi sperpera energie, questi sovente altro non fa che una azione distruttiva, e sciupa il tempo di altri più saggi e più grandi, che dovranno correggere i suoi errori commessi a fin di bene e non serve altro scopo che i suoi desideri. Potrà ricavarne la ricompensa che spetta alle buone intenzioni, ma spesso questa è annullata dagli effetti di un modo di agire privo di senno.

       Serve con discriminazione chi si rende conto del posto, grande o piccolo che sia, che occupa nello schema generale delle cose; chi valuta con prudenza le proprie risorse mentali ed intellettuali, il proprio calibro emotivo, e le forze fisiche e si pone poi con la totalità delle sue energie a compiere la sua parte.

Serve con discriminazione chi giudica della natura e della misura del problema da risolvere con l’aiuto del proprio Sé Superiore;  chi si rende conto del fattore tempo nell’azione, e sapendo che ogni giorno non ha che ventiquattro ore e che le sue risorse gli permettono giusto quel tanto, e non di più, adatta con saggezza le sue capacità ed il tempo disponibile.

       Un buon servitore non procura “ansietà” al Maestro a cagione del suo fisico e ci si può fidare che sappia conservare e risparmiare le sue forze fisiche in modo da essere sempre disponibile per eseguire ciò che il Maestro richiede. Non viene meno a causa di infermità fisica. Bada a che il suo veicolo inferiore abbia riposo sufficiente e le giuste ore di sonno; si alza presto e si corica ad un’ora conveniente; si rilassa non appena lo possa fare; si ciba di alimenti sani e adatti e si astiene dal mangiare troppo. Poco cibo, ben scelto e ben masticato è assai meglio di un pasto abbondante.

Sospende il lavoro quando il suo corpo reagisce all’azione e chiede che l’attenzione gli sia rivolta; allora egli riposa, dorme, usa precauzioni dietetiche e le necessarie cure mediche, obbedisce ad ogni saggia istruzione e si concede il tempo necessario per recuperare le forze.

 Altro passo è poi quello di curare e controllare il corpo emotivo.  Questo, come sapete, è il più difficile di ogni veicolo da disciplinare. Non deve essere permessa alcuna emozione violenta, ma forti correnti d’amore per ogni cosa che respira.

       L’amore, poi è la legge del sistema, è costruttivo, stabilizzante e armonizza ogni cosa. Chi aspira ad essere un servitore non permette che il proprio corpo emotivo sia scosso da alcun timore, ansietà o preoccupazione. Coltiva la serenità, la stabilità e un senso di sicura fiducia nelle leggi naturali. Una gioiosa confidenza caratterizza la sua attitudine abituale. In lui non alberga alcuna gelosia, nessuno stato di grigia e cupa depressione, né avidità o compassione di sé, ma — realizzando che tutti gli uomini sono fratelli e che tutto ciò che è esiste per tutti —procede con calma per la sua via.

Segue poi lo sviluppo del veicolo mentale. Controllando il corpo emotivo, il servitore elimina tutte le impurità. Sua meta è di addestrarlo in modo che sia privo di colore, che abbia una vibrazione quieta, sia chiaro, placido e limpido come un piccolo lago in un calmo giorno estivo.

       Nel preparare il corpo mentale per il servizio, egli usa la cosa opposta dell’eliminazione; cerca di fornirlo di informazioni, di ammassare conoscenza e fatti, di addestrarlo in modo intellettuale e scientifico, si che possa dimostrarsi, con il passare del tempo, come una base stabile per la saggezza divina.

Si deve ricordare che il servitore deve passare nell’Aula dell’Apprendimento prima di entrare nell’Aula  della Saggezza. Addestrando il corpo mentale egli tende quindi ad una ordinata acquisizione di conoscenza, a fornirlo di quanto può scarseggiare, alla comprensione sequenziale delle innate facoltà mentali accumulate in vite precedenti, ed infine a rendere stabile la mente inferiore in modo che quella superiore possa avere il sopravvento e la facoltà creativa del pensiero possa proiettarsi in quella quiete.

Dal silenzio dell’Assoluto fu proiettato l’universo. Dalle tenebre scaturì la luce. Dal soggettivo venne emanato l’oggettivo. La placidità negativa del corpo emotivo lo fa capace di ricevere le impressioni affluenti dall’alto. La calma positiva del corpo mentale permette l’ispirazione superiore.

Chi ama l’umanità cerca la perfezione nell’azione. La sua attenzione non è rivolta a sogni grandiosi di martirio ed a chimere gloriose ma effimere di un servizio di natura spettacolare,  ma la sua linea di condotta è l’applicazione immediata di tutte le sue potestà verso il dovere più prossimo. Sa che la perfezione  è nei particolari dell’opera a lui più vicini. La vita procede per piccoli passi, ma ognuno di essi, compiuto nell’is­tante opportuno, ed ogni momento saggiamente utilizzato, fanno percorrere grandi distanze e determinano una vita ben spesa.

 Coloro Che guidano la famiglia umana usano esaminare coloro che aspirano al servizio nei piccoli dettagli della loro vita quotidiana, e chi di essi mostra i segni di un’agire costante nelle cose apparentemente non essenziali, viene promosso ad una sfera di maggiore importanza. Come potrebbero, in tempo di emergenza e di crisi, fidarsi di chi compie le faccende della sua vita d’ogni giorno in modo sbadato e senza cura.

       Altro metodo di servizio consiste nell’adattabilità. Ciò comporta la prontezza a ritirarsi quando altre o più importanti persone sono inviate ad occupare il nostro posto o la capacità di lasciare le proprie funzioni per assumerne altre di portata maggiore, allorché qualche operatore meno competente sia in grado di svolgere le nostre mansioni con altrettanta facilità e discernimento.

       La facoltà di lavorare con dei gruppi è di estrema importanza.

Sul piano fisico essi sono:

  1. Il gruppo della famiglia, cui il soggetto è affiliato di solito per due ragioni: per smaltire il Karma  e pagare i propri debiti, e di poter disporre di un certo tipo di veicolo fisico necessario all’Ego per la sua adeguata espressione.
  2. Gli amici e le persone associate, la gente che il suo ambiente gli dispone intorno; coloro che gli sono soci negli affari; compagni spirituali; le conoscenze e gli amici casuali; la gente con la quale ha contatto per un breve momento e più non incontra. Anche qui l’opera è duplice, si tratta di pagare un debito, quando questo è stato contratto e di dimostrare la sua capacità di influenzare per il bene coloro che lo attorniano e di accollarsi le responsabilità. Le Guide dell’umanità guardano le azioni e le reazioni dell’uomo, la sua capacità di servire e la rispondenza alle necessità circostanti.
  3. La congregazione cui è associato nel servizio, il gruppo sotto la direzione di qualche Grande, che sia raccolto in modo definito per opere di natura soggettiva, occulta o spirituale, oppure di opera sociale svolta fra i movimenti di volontariato, ecc.

Sul piano emotivo essi sono:

  1. Il gruppo che è suo ancora più di quello della famiglia in cui è nato sul piano fisico. Vedrete dimostrato questo fatto molte volte allorché membri di una famiglia spirituale si incontrano sul piano fisico; ne segue un immediato riconoscimento.
  2. La classe, entro l’Aula dell’Apprendimento, cui sia assegnato e in cui riceve molta istruzione.
  3. Il gruppo di Aiutatori invisibili con i quali sia all’opera.

       Tutti questi gruppi implicano obblighi e lavoro e di tutti si deve tener conto nello studiare l’uso assennato della meditazione. Questa dovrebbe accrescere la capacità di scaricarsi dei debiti karmici,conferendo chiara visione, saggio giudizio e comprensione del lavoro dell’immediato momento. Ogni cosa contraria a ciò è pericolosa.

Sul piano mentale questi gruppi possono essere così elencati:

  1. I gruppi di allievi di un qualche Maestro con il quale l’uomo sia affiliato e con il quale lavori, usualmente ciò avviene solo quando egli sta rapidamente consumando il suo Karma e si avvicina all’ingresso del sentiero. Quindi la sua meditazione dovrebbe essere sotto la guida del suo Maestro.
  2. Il gruppo egoico cui l’uomo appartiene. E’ importantissimo poiché implica la considerazione del suo raggio nell’apprestare la meditazione.

    La meditazione quindi mira a sviluppare pensatori e uomini di chiara visione, capaci di ragionare con logica, per farlo si insegna ad essi a sviluppare se stessi, a pensare da se, a ragionare sui propri problemi, a costruire il carattere per meglio servire l’umanità. Tale è il Sentiero.

       Il servizio è un processo scientifico che richiede tutti i poteri dell’anima in piena espressione sul piano fisico, perciò si farà necessariamente appello a tutte le risorse di forza spirituale, di luce, di tutta la saggezza e al potere direttivo della propria anima, perché il compito da svolgere è sempre troppo grande per la personalità.

       Il servizio soggettivo si svolge in meditazione e riguarda:

  1. L’atteggiamento della personalità verso l’anima. Questo è il dominio di sé.
  2. L’atteggiamento dell’uomo integrato verso l’umanità. Questo è servizio.
  3. L’atteggiamento del teosofo verso la Gerarchia. Questa è sensibilità intuitiva.
  4. L’atteggiamento del teosofo servitore del Piano divino. Questa è la selezione di un attività.

       E’ ovvio che non si può entrare in contatto con la Gerarchia se prima non si è costruito l’Antahkarana.

       Per selezionare un attività il teosofo si deve rendere conto della necessità di uno schema di servizio mondiale congiunto e organizzato nell’ambito del Piano gerarchico e che bisogna inserirsi nello specifico dell’umanità.

       Ciò che rende efficace il lavoro dei servitori del mondo è l’impiego unito e sintetico delle tre espressioni di energia della Triade spirituale (atma-buddhi-manas): ossia usare la volontà con l’amore e saggezza nell’attività intelligente.

       Quando gli occhi del teosofo si allontanano da se stesso nel suo operare nei tre mondi, diviene governato spiritualmente, allora egli ha l’opportunità di diventare un essere veramente mentale,  dove è soggetto al governo dell’anima.

       Esso diviene allora a sua volta l’agente direttivo sul piano fisico. La mente inferiore diviene un potente fattore nel dirigere le attività di servizio. Questa attività diventa il potere motivante principale della sua vita ed è la conseguenza della crescente fusione dell’anima con la personalità, che sviluppa e rivela così il senso di inclusività che è la cooperazione delle coscienze.

       Il servizio non è un sentimento o un ideale, bensì un effetto e al tempo stesso una procedura scientifica che porta il gruppo dei servitori e l’umanità nel suo insieme nel mondo del vero significato e dei valori reali. In effetti è l’effetto spontaneo del contatto con l’anima, che permette alla Sua vita di fluire nello strumento che è costretta ad usare sul piano fisico, la personalità, o il modo in cui la natura dell’anima può manifestarsi nel mondo delle vicende umane.

            Il servizio non è una qualità o un azione; non è un attività per cui si debba lottare estremamente, o un sistema per salvare il mondo. Il servizio è una manifestazione di vita; è un impulso dell’anima, come l’istinto di conservazione e di riproduzione e una manifestazione dell’anima animale; è un istinto dell’anima innato e peculiare del Suo sviluppo; è una caratteristica principale, come il “desiderio” lo è della natura inferiore; è desiderio di gruppo, perciò non lo si può insegnare o imporre ad una persona come dimostrazione auspicabile di aspirazione, operante all’esterno e basata su una teoria del servizio; è semplicemente il primo vero effetto, sul piano fisico, dell’incipiente espressione esteriore dell’anima.

       Oggi si assiste ad una corsa verso il servizio e ad un impulso alla filantropia; ma tutte queste attività sono profondamente tinte di personale e sono spesso dannose, poiché si cerca di imporre le proprie idee di servizio o tecniche personali su altri aspiranti.

       Si deve imparare ad insistere sul contatto con l’anima, e su un attiva dimestichezza con la vita egoica  e non sulla forma di servizio. L’attività formale mette in risalto l’ambizione della personalità velandola con l’illusione di servire. Quando invece con il contatto col Sé superiore,il servizio prestato fiorirà spontaneamente secondo giuste direttive, darà molteplici frutti. Perciò il servizio deve essere impersonale e inserito nell’ampio flusso di vita spirituale.

       Quando l’impulso naturale dell’uomo incarnato sia espressione del Sé ed  il ritmo sia una  naturale manifestazione giornaliera, allora egli incomincia a “stare nell’essere spirituale” e la vita che scorre in lui, ordinata e naturale, può influire sull’ambiente e su chi lo circonda. Questo può essere chiamata “vita di servizio”.

       Quando il Sé superiore è subordinato ai ritmi superiori e osserva la legge del servizio,la Sua vita fluisce attraverso l’uomo e raggiunge gli altri; questo ha per effetto la dimostrazione della vera comprensione e utilità in tutti gli ambienti umani fino a raggiungere una più ampia sfera di contatti, e ad assumere  un carattere nazionale e mondiale.

Allora il Servizio sarà un flusso vivente, un donare spontaneo, e una dimostrazione di potere e d’amore, emananti dai riveli dell’anima; avrà una potente attrazione sulle unità di gruppo con cui il teosofo verrà in contatto nei tre mondi. Nulla può arrestare la potenza di questa vita di servizio amorevole a meno che la personalità interferisca  in un “darsi da fare “, che si trasformerà  in ambizione nello sforzo di far si che gli altri servano secondo le sue idee  impedendogli  di esprimere l’amore per i propri simili.

       Lasciamo che le  “Forze della luce” fluiscano e le schiere dei servitori saranno presto colmate. Che lo “ Spirito di Pace” usi la natura inferiore con uno strumento e

la  pace e l’armonia regnino nel campo di servizio. Che lo “Spirito di Buona Volontà” domini le menti e così non vi sarà posto per lo Spirito critico e il diffondersi della discussione distruttiva.

            Negli stadi finali del Sentiero della prova, l’uomo comincia a servire coscientemente l’umanità mediante la propria personalità integrata e in tal modo la coscienza dell’insieme maggiore sostituisce gradatamente quella individuale e separativa ; egli sa di essere solo una parte al servizio dell’umanità che in seguito diverrà servizio del piano gerarchico.

       Il Servizio non è semplicemente un attività di qualche persona o gruppo, che fa qualcosa a favore di un'altra persona o gruppo. Esso è per se stesso il preciso risultato di uno straordinario evento interiore che quando sia conseguito si riscontrerà che ha dato origine a numerose cause creative e secondarie. Sono soprattutto:

  1. un cambiamento nella coscienza.
  2. un tendere a distogliersi dalle cose personali a favore delle più vaste mire di gruppo.
  3. un riorientarsi effettivo ed espressivo.
  4. una capacità di mutare le condizioni mediante l’attività creativa, manifestando  qualcosa di dinamicamente nuovo.

       Servire è in un certo senso alla moda; da un senso di potenza; procura degli amici; è un attività collettiva e spesso avvantaggia maggiormente (il senso mondano) chi serve e chi è servito. Nonostante ciò si pratica pur sempre una certa forma di servizio, l’umanità così si avvia a comprendere e a rispondere a questa nuova legge e impara a reagire alla volontà della Grande Anima.

       La legge del Servizio esprime l’energia di una grande vita che, in cooperazione con “Colui in Cui viviamo, ci moviamo, e siamo” sta assoggettando il genere umano ad influenze e correnti di energia destinata a produrre tre effetti:

  1. risvegliare il Centro del Cuore in tutti gli aspiranti e i discepoli.
  2. mettere in grado chi è polarizzato in senso emotivo di focalizzarsi con intelligenza nella mente.
  3. trasferire nel Cuore l’energia del plesso solare.

       Il servizio è il metodo per eccellenza per risvegliare il Centro del Cuore; se l’impulso a soddisfare il  desiderio è fondamentale per  la forma umana , quello a servire è altrettanto fondamentale per l’anima.
 

 

 

 

 

 

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