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CONFERENZA DELLA SCUOLA ARCANA
GINEVRA - MAGGIO 2005
 - Carlo Setzu - 

nota chiave: In gruppo comprenda la Legge di Sintesi, di unità e di fusione.

Verità e fatti sono due cose diverse. Un fatto può essere
del tutto diverso dalla verità o dalla realtà: La realtà è rapporto infinito, la verità è ricognizione sintetica. I fatti sono aspetti temporanei, isolati, frammenti staccati dalle
loro connessioni generali.

Il tutto è più della somma delle parti. La parte riceve significato dal tutto, ma non viceversa. Se isoliamo l’individuo dai suoi rapporti con la totalità dell’universo, egli si ridurrà a un’illusione priva di significato. Se lo vediamo in rapporto all’intero universo, diviene un esponente di una realtà cosmica e se diviene pienamente  cosciente di esso, diviene un illuminato.

       L’individuo non è ciò che esso sente di essere come veicolo provvisorio di un sé o ego distinto e particolare; la sensazione di sé come centro separato di coscienza o volontà,  che si trova di fronte a un mondo esterno nel quale è un qualcosa di estraneo e intelligente,  questo  è chiaramente un’allucinazione.  Persino lo scienziato è dunque costretto a riconoscere che ciò che sta descrivendo non è un organismo isolato ma un campo di relazioni vasto e teoricamente illimitato. Questa non è soltanto una situazione deterministica nella quale l’organismo obbedisce come una marionetta alle influenze ambientali. Sono piuttosto i due aspetti , o poli, di un unico processo. Essi interagiscono  reciprocamente, quasi come il fianco sinistro e destro di un serpente in movimento.

       Ogni analisi deve essere preceduta da una sintesi, cioè dalla comprensione del più ampio sfondo universale di ogni singolo fenomeno e del suo infinito rapporto con tutti gli altri fenomeni. Questa è la migliore garanzia contro il separatismo dell’ego.

       Come l’arciere si concentra sul suo fine e diviene uno con esso per colpire il bersaglio con sicurezza, così il discepolo deve dapprima identificarsi con il fine e sentirsi uno con esso. Questo fornisce l’impulso e la direzione al suo sforzo. Allora, quali che siano le sue vie e i suoi metodi – creativi o discriminanti, emotivi o intellettuali, sintetici o analitici, immaginativi o discorsivi – egli procederà sempre verso il proprio fine. Non si perderà nel deserto della discriminazione, né si attaccherà ai prodotti della propria immaginazione. Quest’ultimo pericolo si evita con il processo di integrazione e dissoluzione di tutte le forme e le percezioni create spiritualmente.

     L’analisi che sceglie  i materiali da costruzione non rivelerà mai la vera natura dell’edificio, poiché l’idea è anteriore all’edificio. L’idea dell’architetto, e non la forma o la natura delle pietre, decide la forma dell’edificio. Perciò, un’analisi può essere significativa solo in rapporto a una sintesi. In tal modo l’analisi diviene una significativa distinzione di elementi interrelati invece di un’arbitraria separazione di dettagli cresciuti o sviluppatisi in modo organico.

       La forza in se non è creativa: Solo quando trova resistenza può diventare creativa. Perciò l’universale richiede l’individuale e il divino richiede l’umano per realizzarsi. Maggiore è la tensione o la distanza fra questi due poli, maggiore è l’impulso creativo o il potere di realizzazione.

        L’eccessiva accentuazione dell’unità è uno sbaglio altrettanto grande di quello della dualità o della pluralità. Se concepiamo il dualismo come l’inconciliabile opposizione di due principi indipendenti e reciprocamente escludentisi, e non come la necessaria polarità di due aspetti della realtà fra loro complementari o di un’unità superiore – o se ci attacchiamo solo ad una parte, con la completa esclusione o negazione dell’altra – allora, veramente, patiamo una grave illusione. Se cerchiamo di negare la realtà della polarità (immaginando che la realtà consista solo nell’unità) allora semplicemente chiudiamo gli occhi davanti alla realtà più evidente.

       Se non sono in grado di integrare l’esperienza dell’ universalità nella normale coscienza individuale e di realizzarla nella vita quotidiana, non ho ottenuto nulla che sia degno di sforzo. Solo quando l’universale è divenuto cosciente e si è realizzato nell’individuale , lo stato di illuminazione e di liberazione è stato raggiunto.

       Solo un uomo dotato di maturità spirituale e profonda intuizione è in grado di apprezzare il vero valore del finito nell’unicità della sua momentanea manifestazione. Questo è il motivo per cui solo i più grandi fra noi possono comprendere le cose semplici della vita nella loro vera profondità e nel loro vero significato. Nel più piccolo puoi trovare un maestro, che il più profondo in te non può mai soddisfare. (R.M.Rilke). L’essere umano non sviluppato tende verso il finito per il proprio profitto. Il pensatore tende verso l’infinito per la propria libertà.  Colui che conosce è l’essere nel quale la luce e diventata splendente.

Il Dio che conosco non è un Salvatore.
Piuttosto implora di essere salvato,
poiché è i miei simili nella loro totalità
e la vita che non è ancora fatta uomo
Questo è il Dio che io servo,
che dal mio servizio avrà il potere di salvare.
(Christmas Humphreys “I pensieri e i non-pemsieri di Mu-Shin”)

 

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